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domenica 14 giugno 2009

farfallina di Luca Carboni canzone o poesia...?


Un fiore in bocca può servire...
non ci giurerei ma dove voli farfallina
non vedi che son qui
come un fiore come un prato
fossi in te mi appoggerei
per raccontarmi per esempio come vivi tu
potresti dirmi sorellina in cosa credi tu
cosa speri cosa sogni da grande che farai
se ti blocchi contro il vento o spingi più che puoi
che paura certe notti ti senti sola mai
Così sola da
da non poterne più
Se hai bisogno d'affetto se ne hai bisogno come me
se hai bisogno d'affetto e di qualcosa che non c'è
... per te tra gioia e dolore che differenza c'è
vuoi dei figli sì dei figli o non ci pensi mai
e il sesso è un problema oppure no
sembri libera e felice a volte piangi un po'
Si dice in giro farfallina che tu l'anima non l'hai
e come fai piccolina a dire si o no
Non pensare che sia pazzo se sto a parlare con te
è che sono solo sorellina così troppo solo che
Ho bisogno d'affetto per oggi tienimi con te
ho bisogno d'affetto ho bisogno anche di te
ho bisogno di amore e di qualcosa che non c'è
Ho bisogno d'affetto... ho bisogno d'affetto...
ho bisogno d'amore...

venerdì 29 maggio 2009

sogno fantasia realtà' emozioni che corrono libere ...con le nuvole nel cielo...

in una lunga cavalcata tra le emozioni , attraverso il labirinto di interminabili corridoi onirici ....... .Pier


venerdì 15 maggio 2009

Kandinsky-Chagall-Malevich-Filonov a Como



Chagall Kandinsky Malevich Filonov
La settecentesca Villa Olmo ospita, dal 4 aprile al 26 luglio 2009, un raffinato evento dedicato alle Avanguardie Storiche russe, in grado di ripercorrere le vicende di quella grande stagione artistica, dai primi del Novecento agli inizi degli anni Trenta, attraverso i capolavori di Vassily Kandinsky, Marc Chagall, Kazimir Malevič e Pavel Filonov.

Curata da Sergio Gaddi ed Eugenia Petrova, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como, l’esposizione presenta 80 opere, tra oli, tempere e disegni, provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche russe, quali il Museo Nazionale di San Pietroburgo.
“Chagall, Kandinsky e Malevič pur con diverse prospettive pittoriche allontanano il linguaggio dell’arte dalla logica della tradizione e della borghesia, superando la visione dominante dell’impressionismo francese per dare vita alle innovazioni formali del cubofuturismo, alle tensioni del suprematismo e alla modernità rarefatta dell’astrazione.
Proprio nel centenario del futurismo è interessante focalizzare l’interesse del pubblico sulla straordinaria importanza dell’avanguardia russa dei primi decenni del Novecento, fino alla svolta realista imposta da Stalin nel 1934. Un grande pregio della mostra è anche la presenza di Pavel Filonov, maestro dell’arte analitica, poco noto in Italia ma di grandissima potenza espressiva.
Le mostre di Villa Olmo, diventate un appuntamento fisso di un circuito espositivo di livello europeo, sono la dimostrazione di come la cultura, vero motore dello sviluppo futuro del Paese, possa essere uno dei più efficaci strumenti di rilancio sociale ed economico contro la crisi”.

Il percorso espositivo si focalizza sulle opere che Kandinsky, Chagall, Malevič, Filonov realizzarono nel periodo a cavallo della prima guerra mondiale, quello cioè più fervido e produttivo di tutta la loro carriera, in cui lo slancio rivoluzionario si trasformò presto in disillusione.
Tra le opere di maggior importanza e fascino si incontrano i dipinti astratti di Kandinsky realizzati tra il 1915 e il 1919, come Due ovali e Ouverture. Bordo viola, entrambi del 1919, o i due oli su vetro del 1918 intitolati l’Amazzoe sulle Montagne e l ‘Amazzone con i leoni
















Di Kazimir Malevič verngono presentate oltre 20 opere che ripercorrono interamente la ricerca dell’artista nato a Kiev ma stabilitosi in Russia, fin dai primi anni del Novecento, in cui manifesta un’apertura nei confronti della pittura europea - impressionista, postimpressionista e Nabis - come ne Il riposo. Alta società in cappello a cilindro del 1908 o Autoritratto del 1910, passando attraverso le opere cubofuturiste, dai riferimenti espliciti a Léger, alla fase suprematista culminante nel Quadrato rosso del 1915, fino alla tarda produzione neofigurativa che Malevič sviluppa negli anni del regime comunista instaurato dopo la rivoluzione del 1917. Opera chiave di questa fase è Testa di contadino del 1928-29, scelta come immagine simbolo dell’appuntamento comasco.









Tra le curiosità che la mostra di Villa Olmo propone, è la ricostruzione, fin nei minimi particolari, della stanza di Marc Chagall, con tutti i mobili e le suppellettili, nella quale il grande pittore russo visse e lavorò, quando abitava a Vitebsk, sua città natale. Tra i capolavori spiccano inoltre un Autoritratto con tavolozza del 1914, L’Ebreo rosso del1915 e Lo specchio, enigmatica opera ricca di spunti e suggestioni, sempre del 1915.










il progetto espositivo permette inoltre di focalizzare l’attenzione su Pavel Filonov, figura oggi molto celebrata in Russia, ma ancora poco conosciuta nel resto del mondo; un pittore visionario, sontuoso e a tratti apocalittico, in cui convive quella combinazione di misticismo e sensualità che rappresenta tuttora un tratto distintivo dell’arte russa, ben rappresentata nell’opera Famiglia contadina del 1914

Pier




sabato 25 aprile 2009

illusione o rara realtà?



Ma esisterà poi per davvero
O è solamente un’illusione ?
Quello che noi chiamiamo amore quel vento caldo di passione?Quella magia che fa volare dentro bufere di emozioni.
Che esalta i nostri cinque sensi e oscura sempre la ragione. E’ come essere un pianeta che ha ritrovato il proprio sole.Gli gira intorno in una danza, preso dall’orbita d’Amore ...........
E' quella legge universale che tende a farci ricercare, quel che di noi ci è stato tolto per poi poterlo ritrovare. E’ quel difficile equilibrio che si raggiunge a caro prezzo , perché non sempre nella vita riesci a trovare l’altro pezzo. L’altrà metà di quel tuo cielo che fa si che la notte e il giorno si uniscano in una danza ........un infinito girotondo………..
Pier

venerdì 10 aprile 2009

la facciata del Duomo di Como



Approfitto con la trattazione di questo argomento per augurare a tutti una Pasqua serena.
Arrivando dal lago sembra che la cupola del Duomo dialoghi con la guglia maggiore che s’innalza dalla facciata. Arrivando da via Vittorio Emanuele, il profilo della facciata è una lama sottile che sale verso il cielo.






Avvicinandosi si mettono a fuoco le sovrappo
ste nicchie con le statue dei Santi Coronati, i protettori degli scalpellini che per secoli lavorarono là sotto, nei locali della Fabbrica del Duomo, in via Maestri Comacini.
Un gioco fiabesco di trafori e una corona di colonnine sulla guglia centrale la distingue dal profilo appuntito delle altre guglie.
Sulla facciata, ai lati del portale principale, sono poste due edicole che ospitano statue, scolpite sempre da Tommaso Rodari,


raffiguranti, singolarmente, non per
sonaggi biblici, ma due laici, i più famosi comaschi dell’epoca romana: Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane.





Il portale laterale rivolto verso il lago, conosciuto in città come ‘porta della rana’ (per la scultura, decapitata all’inizio del Novecento, di un piccolo anfibio che si protende verso una farfalla), è probabilmente il preferito dai comaschi.
Nel medioevo scultura, pittura ed altre forme d'arte presenti nelle chiese erano pensate per la preghiera del popolo analfabeta, e dovevano perciò raccontare gli aspetti principali della messa e i racconti del vangelo, la facciata del Duomo di Como è la rappresentazione esterna di questa preghiera che nasce dall'interno della chiesa e si manifesta poi al di fuori
La facciata è organizzata in un modo che "rispecchia" l'organizzazione dello spazio interno a tre navate, e presenta molte analogie sia con la facciata del Duomo di Milano, sia con quella di Sant'Agostino sempre a Como. La facciata, di chiara matrice gotica (un gotico "italiano" che proprio grazie al diffondersi in tutta Europa dell'opera dei Magistri cumacini andrà via via assimilandosi al gotico internazionale), è suddivisa verticalmente da 4 lesene, decorate da serie di sculture, che suddividono una zona centrale e due laterali; la prima presenta il portale d'ingresso, un rosone ed ai suoi lati due finestre dalla forma allungata, le parti laterali presentano ciascuna una porta d'ingresso ed una bifora posta al di sopra. La maggior parte delle sculture presenti sulla facciata sono riconducibili ad Amunzio da Lurago, o alla sua scuola, e sono realizzate in stile gotico, alcune di queste sculture presentano però caratteri propriamente rinascimentali (sono ad esempio più staccate dalla parete e dotate di autonomia dal fondo mentre quelle gotiche formano un tutt'uno con la parete di fondo).

Al di sopra del portale sono presenti due tondi all'interno dei quali due sculture rappresentano Adamo ed Eva, al di sopra sono presenti cinque sculture di santi poste all'interno di una sorta di loggia (organizzate come in un polittico) con al centro la Madonna e ai suoi lati S. Giovanni Battista e S. Ilario; al di sopra di queste sculture è presente un altro tondo (anch'esso chiaramente gotico) in cui la scultura di un giovinetto, secondo le convenzioni dell'epoca, rappresenta lo Spirito Santo (questo tipo di rappresentazione fu abolita nel '700 da Papa Benedetto XV);

sulla sommità del rosone è posta una piccola edicola in cui una statua rappresenta Dio Padre, al di sopra del rosone sono presenti tre edicole, le due ai lati rappresentano l'arcangelo Gabriele l'una, e la vergine l'altra, mentre quella superiore, al centro (di chiaro stile rinascimentale) rappresenta la resurrezione.







Da questa descrizione si nota come la parte centrale della facciata sia strutturata in modo molto preciso: alla base Adamo ed Eva rappresentano l'umanità, mentre salendo s'incontrano i santi e ancora più sopra e, nel punto più alto Dio.


















Questo tipo di impostazione si rispecchia in quella dell'intera facciata: nella parte più bassa delle lesene sono rappresentati uomini comuni (ad esempio sulla lesena esterna a sinistra è rappresentata una donna, che si è ritenuto essere, erroneamente, Giovanna d'Arco e, a lato un uomo che si è ritenuto essere, anche in questo caso erroneamente, San Giorgio, mentre è semplicemente un capitano di ventura), salendo si incontrano i santi sia sulle lesene sai ai bordi delle finestre nella parte centrale (alcuni chiaramente identificati, altri ancora sconosciuti), salendo lungo la facciata e nell'ideale scala gerarchica, si trova nel punto più alto il "gugliotto" che rappresenta Dio. Parlando della disposizione della facciata è inoltre possibile ritrovare, al centro, la Trinità: lo Spirito Santo rappresentato al di sotto del rosone, questo a sua volta rappresenta Cristo, mentre al di sopra del rosone è rappresentato Dio Padre. Al di sopra del portale e delle porte d'ingresso laterali, sono presenti delle lunette in cui sono rappresentate scene della vita di Maria: al centro sopra il portale è rappresentata l'adorazione dei magi,

mentre le altre scene (presenti anche al di sopra delle porte sui lati della chiesa) rappresentano la visita di Maria ad Elisabetta, la presentazione al tempio, la fuga in Egitto; le due edicole sopra il rosone mostrano invece l'annunciazione.Operando un altro tipo di lettura è possibile notare come la facciata del Duomo di Como rappresenti idealmente la società dell'epoca, che ha partecipato, in diverso modo alla sua realizzazione: così gli ordini monastici sono rappresentati dalle statue dei santi loro fondatori o confratelli, ed allo stesso modo le diverse corporazioni avevano fatto inserire il loro santo protettore, nella parte bassa invece uomini e donne comuni, di cui si è già parlato, rappresentano il popolo nella sua interezza, accanto ad alcuni simboli che Raffigurano probabilmente le famiglie più importanti della città che avevano evidentemente sovvenzionato la costruzione. Così come in una scena tutta la società comasca dell'epoca è idealmente rappresentata nella facciata del suo Duomo. A proposito dei diversi santi rappresentati è possibile notare alcune particolarità probabilmente non casuali: nella lesena di sinistra, in direzione del lago, è rappresentato S. Cristoforo, protettore dei viaggiatori e, a fianco, con bastone e cappa, San Giacomo, pellegrino e viaggiatore per eccellenza, entrambi rivolti verso del lago. Sulla lesena di destra invece troviamo S. Francesco e, vicino, altri monaci francescani, e no sembra casuale che in quella direzione si trovassero all'epoca alcuni monasteri francescani; lo stesso vale per altri santi fondatori di altri ordini monastici, presenti nella città; dovendo poi riempire tutte le "caselle" che compongono la facciata si è poi tralasciata questa sorta di disposizione simbolica, inserendo i vari santi in modo più casuale (non mancano inoltre un paio di ripetizioni dello stesso santo, su una delle lesene e a lato di una finestra in un caso, e su due diverse lesene nell'altro). Parlando invece ancora di composizione geometrica della facciata, è possibile comprendere perché le due finestre ai lati del portale siano più alte di quelle laterali: se a partire dal rosone si immagina di tracciare un cerchio ad esso concentrico, che passi per il tondo in cui è rappresentato lo Spirito Santo, si ottiene il vertice delle finestre centrali, mentre con un altro cerchio, concentrico ai precedenti, che passi per la sommità dell'edicola più alta si trova il vertice delle finestre laterali, infine con un altro cerchio, sempre concentrico ai precedenti, che passi per la sommità del gugliotto, è possibile individuare la posizione delle due porte d'ingresso laterali. In ultimo, anche la posizione del rosone non risulta casuale all'interno della facciata, è infatti possibile notare come, descrivendo il più grande triangolo contenuto all'interno della facciata, il rosone si trovi nel suo centro.

Pier



lunedì 23 marzo 2009

Un paio d'ali


Oggi voglio pubblicare questa poesia di una ragazzina della terza media ,(Arianna Pizzotti) l'ho letta sulla rivista "Como e dintorni ....Credo che essa abbia una valenza universale e si possa applicare a tutte quelle situazioni che vedono l'uomo...., privato della propria libertà, del proprio modo di pensare, della propria identità . Purtroppo molte volte pregiudizi , sicurezza di essere migliori degli altri ,incapacità di accettare le diversità, rendono la vita di ognuno di noi prigioniera di altri ,privata di un paio d'ali per volare .

Pier

domenica 15 marzo 2009

Primavera verrà....


Primavera verrà


Fuori casa oltre il campo
un sentiero mi porta nel bosco

Metà marzo dischiude i suoi fiori per distrarre il mio passo

Sono piccoli e tra
quelle foglie
ormai secche ridanno colore
Alla terra bruciata dal freddo
dell’inverno che muore
Messaggeri dei fasti gioiosi
di quella primavera
Che lontano fa udire
il suo canto in avvicinamento

Quando inebrianti profumi danzeranno nell’aria portati dal vento, tra parole sommesse d’amore sussurrate alla sera, primi vagiti di giovani amori mentre aspetto te primavera… Pier